Guida essenziale allo streetwear elegante tra casual e chic

Come si crea un look casual e sofisticato per lo Streetwear elegante?

Come lo streetwear diventa elegante

Anche lo streetwear può essere elegante. L’iconico abbigliamento “da strada”, nato negli Stati Uniti, affermatosi in Giappone e divenuto un vero e proprio movimento culturale, oggi è manifesto di una moda urbana chic, che cerca di mescolare più stili insieme. La ricerca di un look casual e sofisticato insieme, che ci faccia sentire comodi e a nostro agio, senza mai rinunciare a classe, stile ed eleganza: questo è lo streetwear elegante, divenuto quasi un must anche sulle passerelle di tutto il mondo.

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Photo by Minh Dang on Unsplash

Storia dello streetwear, dalle origini a oggi

Come nasce lo streetwear, quali sono le sue evoluzioni e dove lo troviamo oggi? Siamo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta e New York è una città viva, sia culturalmente che politicamente: nei quartieri del Bronx, di Harlem e del Queens la gente ascolta musica hip hop e balla la break dance lussandosi le spalle sui marciapiedi. L’abbigliamento è semplice ma piuttosto definito: tute Adidas, cappellini da baseball della New Era, collane d’oro pesanti e imponenti come i gruppi musicali hip hop che erano solite indossarle. Sono gli anni dei Run DMC e della musica afroamericana in filodiffusione per le strade americane, quelle della vita di strada e del basket in NBA.

Le influenze sono chiare e per i brand sportivi è impossibile restare a guardare: nel giro di qualche anni anche la**Nike si accorge dell’incredibile potenziale dello streetwear e del potere intrinseco delle sneakers all’interno di un outfit. Arrivano le Jordan sui campi da basket e presto anche per le strade. La musica comincia a influenzare l’abbigliamento e l’abbigliamento comincia a influenzare la musica. Non c’è più una linea di demarcazione definita: lo streetwear va di pari passo con l’hip hop e la maggior parte delle persone nate e cresciute nel ghetto si lasciano definire dal proprio outfit. L’abbigliamento diventa comodo, spesso volutamente oversize e arriva sul palco dei grandi artisti americani. Da quel palco, però, ritorna nelle strade, trasformandosi in un manifesto, appunto, intriso di impegno sociale, politico e mosso da un unico desiderio: riprendersi la strada.

Contaminazioni nello streetwear: la moda urbana diventa chic

Strada, però, vuol dire anche contaminazione: ecco perché lo streetwear diventa elegante, la moda urbana diventa chic e un look casual può essere anche sofisticato. Le scarpe da ginnastica si abbinano, quindi, a pantaloni più eleganti o addirittura a completi e tailleur; i pantaloni larghi e oversize si abbinano a giacce e blazer dal taglio più classico ed elegante; le felpe e i cappellini da baseball si sposano perfettamente a scarpe col tacco, anche su pantaloni cargo e sportivi. La contaminazione passa attraverso la cultura di un popolo ed è per questo che sui palchi americani - e non solo - l’hip hop si mescola con il rock e nasce la musica crossover. La moda di strada influenza la musica, ancora una volta. E viceversa.

Non solo a New York, ovviamente. Lo streetwear elegante e casual passa anche per Los Angeles. Qui, però, la musica diventa più happy e le sonorità si avvicinano al rock and roll. I ragazzi praticano il surf sulle spiagge e lo skate per le strade e la maggior parte degli outfit è generalmente composta da pantaloncini o costumi da bagno, t-shirt comode e colorate, cappellini da baseball, occhiali da sole. E capelli lunghi, anche e soprattutto negli uomini. Il brand Stüssy si fa portavoce di questo movimento e realizza t-shirt iconiche ispirate al mondo del surf californiano. Dall’America al Giappone il passo è brevissimo: il dj Hiroshi Fujiwara scopre in California il brand Stüssy e decide di fondare, negli anni Novanta, la sua Goodenough.

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Photo by Mike Von on Unsplash

Nel mondo della musica, in Giappone arriva l’hip hop mescolato al punk: nasce così il (sotto)genere Urahara, che deve il suo nome all’abbreviazione di Ura-Harajuku, la Harajuku nascosta, come il quartiere di Shibuya a Tokyo, in Giappone. Qui, tra queste strade, prenderà forma lo streetwear giapponese. Qualche anno dopo, l’assistente personale di Hiroshi Fujiwara, Tomoaki Nagao, crea un brand chiamato A Bathing Ape, mentre nel 1994 James Jebba fonda la famosissima Supreme. L’abbigliamento street in Giappone diventa lusso, eleganza, stile e ricercatezza e comincia a rincorrere i bisogni della gente che la indossa: da questo momento in poi lo streetwear, sia casual che elegante, diventa una vera e propria moda.

Lo streetwear incontra l’alta moda: il look diventa casual e sofisticato

La moda urbana diventa chic, dicevamo: nel 1995, Raf Simons decide di portare lo streetwear nel mondo del lusso e dell’alta moda, fondando così il suo omonimo brand. Le altre case di moda, soprattutto haute couture, decidono di seguirlo a ruota: Riccardo Tisci porta la moda urbana in Givenchy e in Burberry e anche artisti come Kanye West non restano a guardare. Lo scopo è quello di portare la moda da strada a piani più alti, non solo per rendere uno stile popolare ma anche per lanciare un messaggio universale, che sia politico, impegnato e che si ponga come manifesto delle sottoculture nel mondo. Negli anni Duemila, l’amico intimo di Kanye West, Virgil Abloh, porta lo streetwear da Louis Vuitton, almeno fino al 2021, anno della sua prematura morte.

La ricerca di un look casual e sofisticato è alla base dello streetwear: la comodità viene prima di tutto, perché più si sta comodi più è possibile esprimere se stessi. E più esprimiamo noi stessi più siamo in grado di farci portavoce di messaggi sociali e politici condivisi. Per questo la moda street è così importante, perché non è mai stata solo una questione di stile. Oggi, la moda street si lascia contaminare soprattutto dai brand che decidono di sfoggiarla sulle loro passerelle e si trasforma a seconda delle esigenze, senza mai però perdere di vista la sua anima, il suo core più profondo.

Come ricreare un look streetwear elegante

Come si crea uno stile streetwear in modo semplice ed efficace? Ci sono dei capi must have che non devono mai mancare nel nostro armadio:

  • Pantaloni cargo larghi oppure jeans super aderenti a vita alta;
  • Felpe oversize, vanno bene con cappuccio o senza;
  • Cappelli da baseball, se possibile New Era;
  • T-shirt larghe e lunghe, simili a quelle dei surfisti californiani;
  • Camicie oversize, da abbinare alle t-shirt aperte o da indossare da sole, chiuse fino al colletto;
  • Sneakers, sia a collo alto che a collo basso;
  • Abbigliamento generalmente vintage, il più possibile ricercato;
  • Via libera alla creatività, alle contaminazioni e alle combinazioni più insolite.

Come si crea, invece, un look streetwear elegante? Sicuramente lavorando sulle contaminazioni, come abbiamo già più volte approfondito qui sopra. Non esiste un abbigliamento street totalmente elegante, così come non esiste in fondo un abbigliamento street totalmente sportivo. Ogni outfit “da strada” quindi può diventare elegante, chic, sofisticato: provate a mescolare completi eleganti come quelli di Armani o Zegna con un paio di scarpe sportive e casual come le Converse o le Nike Air Jordan; abbinate, se vi va, una scarpa più elegante con un paio di pantaloni cargo, una felpa larga con cappuccio e un cappotto elegante al posto di una giacca sportiva.

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Photo by Mike Von on Unsplash

Esempi di look streetwear eleganti

Alcuni esempi di look casual sofisticati ce li presenta Dickies, brand di abbigliamento da lavoro nato negli USA nel 1922. Un abbinamento interessante può essere quello composto da una Giacca camicia Oakport verde acqua, Pantaloni Alma in velluto a quadri chiaro, Cappellino da baseball in denim Hardwick bianco.

Dallo streetwear inglese arriva Superdry, brand di abbigliamento da strada che mescola stili dal 2003 e ci propone un Hooded Ripstop Longline Gilet, una giacca piumino smanicata lunga fino alle caviglie, da abbinare a un Cable Knit Mock Neck Jumper Dress, un vestito in lana a collo alto e lungo sopra il ginocchio.

Se l’alta moda incontra lo streetwear c’è solo un brand che può venirci incontro: Louis Vuitton, che dopo l’incursione di Virgil Abloh ha trasformato il suo look super classico ed elegante in un ibrido a metà strada tra casual e chic. Provate ad abbinare l’iconico cappellino da baseball LV Signature Cap, mixatelo con un Damier Demi Jacket a quadri bicolor, una borsetta mini a forma di cuore, la Keep My Heart e per spezzare o sdrammatizzare il tutto provate questo paio di pantaloni cargo chiari Color-Blocked Cargo Pants.

Ultimo aggiornamento: 18/01/2024

Luna Saracino

Lifestyle blogger